grotta grattara a gratteri

Gratteri e la sua Grotta Grattara

Siete pronti ad esplorare uno dei più antichi e caratteristici borghi delle Madonie, che ancora non è stato colpito dal dal turismo mordi e fuggi? Se desiderate vivere un’esperienza autentica ed entrare in contatto con la natura e la storia più vera della Sicilia settentrionale, non potete che scegliere Gratteri, alla scoperta della storia e delle leggende di questo pittoresco borgo nei pressi di Cefalù.

Il luogo migliore per iniziare la vostra immersione sarà il Belvedere Ganci Battaglia, dove potrete richiedere la presenza di uno dei nostri narratori che vi accompagnerà durante tutto questo affascinante percorso. Con una vista spettacolare sullo sfondo, capirete perché Gratteri è stata soprannominata la “terrazza sul Tirreno”.

Ecco che inizia così il vostro percorso: passeggiando tra le stradine del paese, attraverseremo tutto il corso principale, fino ad arrivare alla fontana della Ninfa, posta in una villetta innanzi alla Chiesa Madre, il narratore vi racconterà la storia di quella conchiglia di pietra, simile a quella della vicina Grotta Grattàra. Verosimilmente, infatti, la fonte della piazza si potrebbe ricollegare per somiglianza e significato a quella della Grotta Grattàra, formata nei millenni dal perenne stillicidio di acque considerate purgative e ristoratrici e da cui probabilmente il paese prenderebbe il nome.

La Grotta Grattàra è parte integrante della storia e del folklore del luogo: la presenza leggendaria di una entità femminile, custode di una grotta, e di una fonte di acqua rigeneratrice, rimanderebbero infatti all’orizzonte simbolico di un mito millenario che si potrebbe ricollegare ad un primordiale luogo di culto indigeno di divinità ctonie che, secondo i popoli antichi, venivano rappresentate da Ninfe che incarnavano lo spirito del luogo: il “Genius Loci”.

L’accesso alla fonte è costituito da una piccola gradinata naturale costruita dai piedi dell’uomo nel corso dei millenni. Nelle anfrattuosità dei suoi cornicioni esterni, peraltro inaccessibili, in cui crescono spontanei l’elce e il pistacchio selvatico, nidificano ogni anno migliaia di rondini, le quali rendono ancora più piacevole la sosta di colui che visita la grotta in primavera.